VENITE A VISITARE FARNESE

    Farnese è un comune italiano in provincia di Viterbo; dista dal capoluogo circa 45 km. E’ un paese tipicamente medievale che sorge su una rupe tufacea ad ovest del lago di Bolsena ai confini con la Toscana, poco distante dal litorale Tirrenico, a 343 metri sul livello del mare.


A sud- est di Farnese troviamo Valle Cupa, un territorio collinoso e tufaceo. Ad ovest troviamo Noiano. Una profonda fenditura lo divide da Naiella e poi il terreno scende a una precipizio verso il torrente Olpeta. Qui a Farnese nasce la Riserva Naturale Selva del Lamone; quest'area protetta custodisce un bosco aspro e selvaggio, a tratti impenetrabile, formatosi su una "giovane" colata lavica risalente al periodo compreso fra 150.000 e 50.000 anni fa. La Riserva è stata istituita nel 1994 e si estende su circa duemila ettari. Il 90% dell'area protetta è occupato da boschi, il restante 10% da aree agricole. I boschi sono per lo più cerrete pure o miste e mostrano a livello floristico un carattere a tratti mesofilo (come nei crateri lavici di collasso e in quasi tutto il settore più orientale della Riserva), a tratti termofilo (come sulle sommità degli accumuli di massi lavici e nel settore occidentale). Le aree agricole sono occupate da prati-pascoli e, subordinatamente, da seminativi, da oliveti e vigneti e da arbusteti e boschi di neoformazione; sia gli arbusteti sia i boschi di neoformazione sono stadi intermedi del processo di successione secondaria innescato dall'abbandono di coltivi e pascoli avvenuto nell'arco degli Anni Sessanta e Settanta del Novecento. Nello stesso periodo lo sfruttamento intenso del bosco per la produzione di carbone, legname e frasche e per il pascolo e' drasticamente diminuito.  Il fiume Olpeta segna parte del confine meridionale della Riserva; lungo il suo corso il bosco ripariale di salici, ontani e pioppi forma vere e proprie gallerie, creando con il gioco dell'acqua e delle rocce dei suggestivi giochi di luce molto amati dagli appassionati di fotografia naturalistica.


A ridosso della Riserva il fiume Olpeta affluente del fiume Fiora forma due bellissime cascate: la cascata del Pelicotonno e la cascata di Salabrone. Nella Riserva sono presenti anche alcuni importanti siti archeologici e storici con resti di necropoli, villaggi fortificati di vari periodi (Età del Bronzo, epoca etrusca, Medio Evo), fattorie e strade romane, pievi rurali, capanne di pastori e carbonai ancora usate negli Anni Cinquanta del Novecento. Tra i beni culturali merita particolare rilievo Santa Maria di Sala, un'abbazia cistercense restaurata negli anni 2013 - 2014 per volontà della Riserva.


Nella Riserva troneggia Rofalco, un antico insediamento umano, di cui danno conferma i reperti fossili, le difese naturali e l'enorme muraglia costruita con le pietre laviche.


Al di là del Lamone Campo Della Villa; più in avanti Pian Di Lance, così chiamato per le numerose punte di lance rinvenutevi. A nord: Poggio Della Campana, così chiamato per una leggendaria campana d'oro avvistatavi. Ancora salendo molto di quota troviamo Moiolo e Moioletto. Più spostato ad est Campo del Carcano, ancora più in alto le Pontoncelle, ad est di esse Poggio Del Cerro. Fin dall'età del Bronzo Finale l'antico centro storico di Farnese è stato abitato e, a testimonianza di questo sono stati ritrovati particolari oggetti. Nel Medioevo risalgono notizie riguardo alla famiglia dei signori di "Farneto", chiamata così data la presenza di molte specie di quercia: la farnia. Risale da fonti certe che nella metà dell'anno 1100 il territorio di Farnese apparteneva al Conte Ranieri Di Bartolomeo, per passare poi nella Contea Aldobrandesca. La storia del paese però, è legata alla famiglia omonima: i Farnese, che facevano parte degli eserciti di comuni tra cui: Orvieto, Firenze e Siena. Stando dalla parte dei Guelfi, combatterono contro i Ghibellini, per riconquistare San Pietro in Tuscia. Con il passare del tempo la famiglia si separò. A partire dal 1500, Farnese migliorò le sue condizioni assumendo una posizione di rilievo nei riguardi di altri paesi importanti dell'epoca. Appena un secolo dopo il feudo di Farnese entrò a far parte dei possedimenti della famiglia Chigi. Nel XIX secolo Farnese passò prima al Maresciallo francese De Boumont, poi ad Alessandro Torlonia fino al XX secolo. Nella metà dell'Ottocento il fenomeno del brigantaggio invase il territorio farnesano. Sia per la latitanza resa possibile dalla struttura del paese, sia per la conoscenza del territorio da parte di briganti nativi di Farnese. I più noti sono Domenico Biagini, Giuseppe Basili e Domenico Tiburzi. Molti furono i farnesani che vennero coinvolti in molti processi come aiutanti dei briganti, tra essi anche lo stesso sindaco Pietro Castiglioni. Farnese fu teatro della Campagna garibaldina dell'Agro Romano per la liberazione di Roma. Il 19 ottobre 1867 una cruenta battaglia durata circa 3 ore e mezzo tra le colonne garibaldine Sgarallino di Livorno, Guerrazzi di Massa Marittima (circa 150 Volontari) e 500 pontifici lasciò sul terreno i massetani Ettore Comparini, Natale Capannoli e Rocco Grassini. Numerosi i feriti. Documentazioni presso il Museo nazionale centrale della Campagna dell'Agro Romano per la liberazione di Roma in Mentana (Rm). Nel 1887, dopo diversi tentativi fatti in epoche precedenti, venne condotta l'acqua a Farnese della sorgente "La Botte", venne infatti fastosamente festeggiato il grande evento del 25 settembre 1887 con diverse manifestazioni religiose e civili, e con l'inaugurazione della Fontana Monumentale di Piazza del Comune.


Ma nel secolo scorso il paese ha seguito i cambiamenti dei piccoli centri delle zone marginali in cui, soprattutto dalla fine della seconda guerra mondiale, la popolazione è andata pian piano diminuendo spostandosi nei grandi centri urbani. Monumenti e luoghi d'interesse Il centro storico Farnese è arroccato su uno sperone tufaceo come i paesi medievali circostanti. Una caratteristica di questi centri storici è la notevole presenza di "pozzi da butto". Ovvero pozzi di grandi dimensioni di forma cilindrica o a fiasco, scavati direttamente nel tufo; utilizzati originariamente come silos per la conservazione del grano o come cisterne per la raccolta dell’acqua, e in un secondo momento per gettarvi i rifiuti. Il materiale rinvenuto nel loro interno è ora conservato e visibile nel museo civico Ferrante Rittatore Vonwiller. Nel museo, collegato al centro visite della Riserva naturale della Selva del Lamone, sono esposti i materiali provenienti dagli scavi condotti nel centro etrusco di Rofalco, i reperti delle necropoli eneolitiche del territorio, materiali recuperati dai butti del centro storico di Farnese e reperti dell'età del Bronzo provenienti dall'abitato di Sorgenti della Nova, mentre una sezione naturalistica illustra gli ambienti della Riserva naturale della Selva del Lamone.


Tra il materiale recuperato ci sono alcune ceramiche che rappresentano lo stemma della famiglia Farnese. La rupe su cui sorge il centro storico di Farnese, come dimostrato da vari oggetti ritrovati, è stata abitata fin dall'Età del Bronzo, bisogna però giungere al medioevo per avere documenti scritti. I piani urbanistici hanno favorito una caotica espansione, con massicce fughe dal vecchio paese. Conciliare le esigenze moderne senza ulteriormente penalizzare questo nostro caratteristico paesaggio medievale è la sfida di oggi. Per le sue caratteristiche di borgo medioevale ancora ben conservato, l'abitato di Farnese è stato scelto negli anni Settanta dal regista Luigi Comencini per girarvi le prime scene dello sceneggiato televisivo Pinocchio, dove Farnese rappresenta il paese in cui mastro Geppetto vive e lavora.


Da vedere anche i tanti siti religiosi come: la Parrocchia del S.S. Salvatore, Il Convento di San Rocco, il Santuario della Madonna delle Grazie, la Chiesetta di Sant’Anna, Santa Maria di Sala e i suoi Affreschi, il Monastero delle Clarisse e la Chiesetta di S. Maria della Neve.